Noi e la musica
NOI E LA MUSICA
Scrivere sul valore della Musica nella nostra vita può apparire irrisorio, in quanto chiunque si avvicini a questo universo è consapevole del fascino e del potere penetrante del suo linguaggio. Approfondire però il legame che si instaura fra la persona e l'atmosfera musicale risulta un po' meno banale e, in alcuni casi, quasi impossibile. Si tratta di un viaggio alla scoperta di pianeti diversi che possono occupare la nostra anima che, grazie ad essi, scende nelle profondità di se stessa, raggiungendo confini che si possono sole percepire e non spiegare. La potenza dei nostri linguaggi verbali si inchina, allora, quanto mai consapevole, davanti al messaggio musicale, di qualunque tipologia esso sia, accogliendo come evidente il proprio limite monolitico che non sa fermare e riferire l'onda magnetica del flusso armonico.
A marzo del 2019 viene pubblicato un testo davvero illuminante sull'argomento in questione e l'autore è uno tra i più interessanti e famosi artisti degli ultimi decenni. Si tratta di Franco Mussida, musicista e compositore, membro fondatore della Premiata Forneria Marconi, un gruppo rock progressivo italiano, formato nel 1971 e meglio conosciuto come PFM. Mussida si occupa di vari aspetti del panorama musicale e da molti anni conduce ricerche, in ambiti svariati e con prestigiose collaborazioni, tra la Musica e il suo rapporto con il mondo emotivo.
La ricerca di Mussida si muove sul terreno di un'analisi approfondita del potere comunicativo della musica, inteso come una modalità fortemente evoluta di superare le barriere dell'espressività esplicita e chiara in quanto promuove, al contrario, una modalità di contatto e comunicazione di sentimenti più profonda e intima.
Nel testo "Il Pianeta della Musica" viene introdotta una modalità per promuovere quella che l'autore stesso definisce "Ecologia dei sentimenti", ovvero una dimensione dove la Musica, dialogando con ogni singola interiorità, crea una comunità trasversale ove le relazioni sociali si affinano, proprio grazie a questa modalità alternativa di comunicare affetti ed emozioni. La teoria si basa sul principio dell'Energia emotiva, ovvero di quel nutrimento che normalmente caratterizza ogni forma di contatto umano, ma nel quale trova un posto speciale la fruizione del messaggio musicale, ascolto, produzione o esecuzione. L'energia emotiva, in genere, determina le nostre azioni, ma la Musica, superando la materialità del fenomeno, scende più in profondità, creando uno spazio di autonomia interiore, slegato da azioni o esperienze contingenti.
Il potere positivo e rigenerante dell'ingresso della Musica nell'intimo della psiche viene anche sostenuto da Daniel J. Levitin, neuroscienziato cognitivista e musicista, fortemente coinvolto nella ricerca sul potere misterioso della musica e sui benefici neurologici e psicologici di essa. Secondo uno studio condotto dall'équipe del Prof. Levitin del Dipartimento di Psicologia del McGill University di Montreal, i principali benefici che la Musica porterebbe a ciascun soggetto sono:
Produzione di ossitocina (riduce l'ansia)
Aumento dei livelli di immunoglobulina A (anticorpo difese immunitarie)
Aumento della predisposizione alla socialità
Miglioramento ambiti neurochimici di ricompensa, stress, stimolo ed eccitazione
riconnessione con l'essenza più intima della propria anima
Attivazione dei "neuroni specchio"ovvero connessione e imitazione del "sentito"
Le conclusioni del Prof. Levitin presentano quindi un quadro non solo positivo sulla Musica, ma ne definiscono addirittura i benefici a livello neurologico e comportamentale. Occorre però rilevare che la persona e la Musica che abita in lei si conoscono poco, nonostante si amino profondamente. La persona vive quotidianamente a contatto con un'immagine speculare di sé, modulata costantemente dalle esperienze e dagli umori ad esse collegati. La Musica, al contrario, si ricava nel profondo una stanza onirica, senza dimensioni, libera da ogni riferimento esistenziale, spesso oscura ma capace di illuminarsi e creare effetti magici quando i suoni si trasfigurano, trasformandosi in emozioni e sentimenti. La Musica, allora, rivela la vera natura del sé, l'essenza dell'esistenza ovvero ciò che la vista non è in grado di rivelare. Ciò che unisce tutti coloro che amano la musica è la percezione della sua magia, il viaggio che ogni volta ne scaturisce, proprio quello che ci dona l'Energia per vivere, al di là del corpo, sensazioni ed esperienze immaginifere. Ed è proprio questa dimensione di luce che discende nelle viscere del nostro sentire che ci offre un'esperienza quasi allucinatoria, molto simile a quella del sogno notturno, dove si annullano dimensioni spaziali e temporali e si annienta il significato del senso che tanto attanaglia la vita reale.
La Musica, vitale e sana per chiunque, diviene esperienza fondamentale nel mondo giovanile. Soprattutto come ascolto, ma anche come acquisizione autonoma dei suoi meccanismi più profondi e dell'abilità di riprodurla. Il bambino ama cantare e ballare fin dalla più tenera età in quanto riproduce, secondo il modello definito dallo Psicologo svizzero Jean Piaget, le tappe di sviluppo dell'intera umanità la quale, come afferma Levitin, ha scoperto la musica agli albori della propria civiltà soprattutto per il suo potere comunicativo. Così il piccolo subisce il fascino della canzoncina che narra un brevissimo evento che, in seguito, si arricchisce di animismo e fantasia personale, restituendolo nel gruppo come personale narrazione, spesso mimata in modo scherzoso e allegro. Questa fruizione musicale è in piena sintonia con una interiorità ancora acerba, influenzata prevalentemente dagli affetti familiari e dalle piccole esperienze contingenti, anche se già cariche di emozionalità.
Nella prima adolescenza, ovvero nella fase puberale, il ragazzo sente improvvisa e potente un'insoddisfazione interiore riguardo alla dipendenza emotiva dalla sfera familiare. Sorge sempre più incontrollabile il desiderio di penetrare la propria interiorità la quale si arricchisce gradualmente di nuovi pensieri che inducono ad uno sconosciuto modo di "sentire". Anche l'esperienza musicale si colloca su una nuova dimensione ed è fra le onde di questo oceano emozionale che l'adolescente scopre la Musica, non importa quale, basta che sgorghi come sorgente inesauribile, sempre a disposizione, senza condizioni o giudizi. Essa esplode nei volumi esagerati, caratteristici di quell'intimo, nei ritmi incandescenti, nelle visioni ad occhi chiusi capaci di zittire e annerire tutto quel vociare ed essere inutile del mondo intorno. Solo così egli rotola nell'abisso di se stesso e avrà il privilegio, solo per un fugace istante, di vedere il volto delle proprie inquietudini, potendole sfidare con l'incoscienza di chi è convinto di possedere il mondo. Succederà, e non sempre ne avrà consapevolezza, solo in questa fase della sua vita di occhi nuovi e pensieri puri, poi crescerà e baratterà la presunzione della conoscenza con la purezza della sua anima e, forse, solo la Musica potrà restituirgli la chiave di quella stanza segreta.
Norma Di Mauro
Bibliografia di riferimento:
Daniel j. Levitin. Fatti di musica. La scienza di un'ossessione umana, Torino,
Codice edizioni, 2008
Jean Piaget. Dalla logica del fanciullo alla logica dell'adolescente, Firenze,
Giunti-Barbera, 1971
Franco Mussida. Il pianeta della musica, Milano, 2019